(347314)
Ti lascerò, figlio mio,
tutte le cicatrici del mio corpo
e della mia anima.
Bisognava continuare a vivere,
perciò non ne ho più parlato.
Ma ritorna nel sogno
l’inferno che ho vissuto.
Rivedo il marchio infame
sul mio braccino di bambino.
La mamma e il papà — nudi —
avviati alle docce
della morte.
L’Umanità diventata fumo
dai camini maledetti.
L’abisso non ha confini.
L’Uomo non ha memoria
per il dolore.
Quando non sarò più qui
porta anche tu un sasso
sulla mia tomba.
Ricordati, figlio mio,
ricordati: il mio nome
era 347314.
Renzo Ranzato Varisco
27 gennaio 2011